2021 MILANO AMAZING PROJECT
Corte Zari, azienda leader nel settore dell’arredo contemporaneo è stata selezionata per la realizzazione degli arredi di una villa storica con un trascorso tutto da raccontare.
Grazie a Corte Zari Shop Gallery di Gallarate, nei pressi di Milano, è stata invitata a proporre una soluzione di arredo per ogni ambiente e ha trovato nei confronti del proprietario entusiasmo e un’approvazione incondizionata.
Il progetto ha tenuto conto delle esigenze abitative dei proprietari interpretando ogni ambiente come unico e speciale ma sempre parte stilistica, integrante e integrata, del complesso, la cui unicità si avverte appena si muovono i primi passi all’interno di questa dimora unica.
Le camere private, gli spazi comuni, le armadiature, tutto è stato pensato e realizzato come un vestito comodo ma elegante che parla di sé e delle persone che orgogliosamente lo indossano.
Tessuti, colori, sensazioni, forme, tutto si sussegue e si armonizza con un ritmo piacevolmente vivace che fa da sottofondo a questi spazi di grande valore architettonico.
Corte Zari è, ora, complice e protagonista della storia di questa architettura.
Nelle pagine di “Domus”, nel marzo 1966, è descritta la villa che l’architetto Carlo Moretti aveva disegnato per Aldo Cuccirelli, noto imprenditore del tessile di Gallarate, provincia di Varese, e la moglie Marion Baruch, artista di origini romene e cosmopolite, ancora oggi attivissima tra Parigi e Milano: «I materiali con cui la casa fu costruita: cemento armato lasciato a vista, ma senza casserature speciali; pilastri in ferro trattati a minio (non a smalto); serramenti in profilato di ferro con le ante scorrevoli in alluminio scuro; pavimenti – fuori e dentro – in travertino chiaro appena levigato. I tavolati e i soffitti, trattati a intonaco rustico di sabbia e cemento, assumono diverse tonalità di grigio, a seconda di come li investe la luce».
Il cantiere, iniziò nel 1961, e durò circa due anni. La villa venne pensata sulla sommità di una collina morenica, in una fortunata posizione di dominio del paesaggio del basso Varesotto. Per superare le difficoltà che la conformazione del terreno generava, sul declivio furono costruiti un vasto scalino e una diga cui aggrapparono la casa razionalista che Marion, allora poco più che trentenne, aveva commissionato al progettista, un interlocutore coetaneo e sperimentatore con cui condivise quotidianamente il cantiere.
Più una scultura fatta di pochi tratti calibrati che una dimora da vivere. Fece scandalo nella tradizionalista provincia lombarda dei primi ’60 quella villa tutta di ferro, vetro e cemento che oggi è divenuta un classico internazionale, ed è ancora lì, in cima alla collina, aperta alla musica e al convivio.
«Disegnai la villa appena laureato, un progetto pensato di getto, - ricorda Moretti. - Il costruttore che incaricai non nascose le perplessità nel misurarsi con una tipologia tanto insolita. Ma potevo contare sulla comprensione di Marion che favorì una progettazione spontanea, un’esecuzione diretta e partecipata per non perdere mai quel tono minimale che doveva contraddistinguere lo spirito dell’abitazione».
Dopo un periodo di semiabbandono nel 2019 l’Architetto Paolo Brufatto di Gallarate ottenne l’affido del progetto per il completo recupero.
“Fui molto onorato di poter esser l’artefice della rinascita di quel bene architettonico, dice l’architetto Brufatto, - e, il mio primo obiettivo, fu quello di rispettare assolutamente l’impianto architettonico e il senso artistico con il quale fu concepita 60 anni fa. Ho voluto a tutti i costi mantenere i suoi caratteri fondamentali, la leggerezza, il rapporto interno/esterno, le vetrate minimali e i suoi prospetti. Certo così la sfida poteva risultare ancor più ardua in quanto l’immobile inoltre aveva subìto un forte degrado in tutti questi anni necessitava di un importante intervento per riuscire a portarla, in ogni suo elemento, ai giorni d’oggi rispecchiando i canoni tecnologici e impiantistici dell’era moderna. Non dimentichiamoci che fu realizzata negli anni sessanta con le tecnologie di quell’epoca”.
I lavori sono durati circa due anni ma il progetto non si è corrotto nel tempo, anzi emana ancora la sua energia come un autentico classico. Oggi la casa sembra esser rinata e rifiorita senza alcuna traccia del tempo passato ed è aperta a musica, amici e ospiti.
https://cortezari.it/wp-content/uploads/2021/12/MIlano-Amazing-Project.b.pdfSegui tutti i nostri aggiornamenti